Unscheduled # 1
a cura di Rossella Moratto
La tecnocultura è leitmotiv che lega le immagini della doppia personale di Mattia Zoppellaro e Paola Verde alle installazioni sonore di Massimiliano Nazzi.
Le fotografie di Paola Verde e Mattia Zoppellaro sono un’incursione nella cultura rave: ritraggono luoghi, oggetti e persone portatori di forme di creatività spontanea e non omologata, che si riappropriano temporaneamente di aree periferiche e marginali trasformandole in zone liberate nella dimensione precaria della festa collettiva, intesa come momento di condivisione e socializzazione trasversale che si reinventa ogni volta per poi dissolversi e riapparire, sempre diversa, in altri spazi. Una dimensione che non ha una progettualità politica se non la rivendicazione del diritto al piacere, allo svago e alla condivisione sottratta al controllo sociale: ed è questa esigenza, che apre uno squarcio nella routine quotidiana dominata dai ritmi imposti del consumo e del lavoro, ad avere una valenza antagonista e sovversiva. Una forma di ritualità collettiva che nella nostra società globalizzata è sparita o svilita in un surrogato di aggregazione di facile consumo completamente svuotato di senso.
Mattia Zoppellaro è un ritrattista raffinato e sensibile: colpisce la sua capacità di restituire il carattere del personaggio, le espressioni e la sua intensità emotiva. Zoppellaro predilige un’impostazione classica: posa a mezzo busto, in genere su sfondo neutro, sguardo fisso nell’obiettivo. È una galleria di volti a dimensioni reali, di forte impatto: occhi che guardano e scrutano lo spettatore, coinvolgendolo in un incontro ravvicinato, diretto e senza mediazioni.